Tae Kwon Do: Introduzione
INTRODUZIONE
E' attraverso l'allenamento che si trova dentro di sé la forza per la crescita fisica e spirituale.
E la mente si fonde con il corpo.
Dare un’idea, anche sommaria, di ciò che rappresenta il Tae Kwon Do in poche pagine, è un impresa impossibile. Nessuno è in grado di sostituire le parole del maestro ed i suoi insegnamenti. Il nostro scopo è dunque quello di dare alcune indicazioni su tale arte marziale, per avvicinarsi un po’ di più ad essa in modo informale.
Per qualsiasi ulteriore informazione, non esitate a scriverci, saremo felicissimi di rispondervi!
PREPARAZIONE FISICA
Il vizio supremo è la superficialità.
Il Tae Kwon Do è un’arte marziale che richiede un’attività fisica molto intensa. Pur essendo alla portata di tutti, prima di sottoporsi all’allenamento specifico, è indispensabile preparare adeguatamente l’organismo con il riscaldamento e lo stretching.
In questa fase sarà compito del maestro far eseguire una serie di esercizi in grado di fornire flessibilità e mobilità alle parti del corpo che andranno soggette a ripetute sollecitazioni.
Il Tae Kwon Do è uno sport molto completo. Il riscaldamento deve pertanto preparare tutto l’organismo, con grand’attenzione a quelle zone che andranno maggiormente sollecitate, quali articolazioni, muscoli, tendini e legamenti.
In particolare è indispensabile:
- sciogliere le articolazioni di anche, ginocchia, caviglie e spalle.
- distendere e rinforzare l’area addominale e mobilitare la colonna vertebrale e il bacino.
- allungare e irrobustire i muscoli anteriori e posteriori delle gambe, la fascia inguinale, i muscoli di torace, addome e i dorso-lombari, nonché i laterali del tronco.
Eseguire un corretto riscaldamento è il primo passo verso il benessere generale ed il miglioramento delle capacità fisiche. Esso contribuisce inoltre in maniera determinante ad evitare lesioni muscolari e traumi a livello di tendini ed articolazioni.
Solo dopo che l’organismo sarà pronto, si comincerà con l’allenamento vero e proprio, che preparerà l’atleta a addentrarsi nella pratica dell’arte marziale.
POSIZIONI
I problemi più complessi hanno soluzioni semplici.
Come ogni disciplina, non solo sportiva, anche il Tae Kwon Do si fonda su importanti solide basi.
I principali rudimenti vengono appresi con le posizioni, che consentono all’atleta di prendere contatto con l’arte marziale e, in seguito, partendo da queste, di generare tutta la propria forza per trasmetterla sul bersaglio.
Nella fase di apprendimento delle posizioni è molto importante capire appieno come tenere le mani, il bacino, le gambe e piedi. Equilibrio, attenzione vigile e prontezza sono le caratteristiche fondamentali di ogni posizione.
Non ci dilungheremo sul descriverle in dettaglio, è con il maestro che esse potranno essere saggiamente controllate, ma ci limiteremo a distinguerle fra FORMALI e ATTIVE.
Il Tae Kwon Do non è solo combattimento. Il rispetto per il maestro e gli avversari è uno dei fondamenti della filosofia di quest’arte. Per questo è importante apprendere le posizioni formali, che manifestano tale intenzione.
Diverse sono, invece, le posizioni attive, che porteranno al compimento della tecnica di attacco o difesa che ci si appresta ad eseguire. Molte di esse potrete trovarle nella sezione terminologia.
Le posizioni del TaeKwonDo vengono chiamate “Sôghi” e le varie tecniche sono pertanto una combinazione di nomi con tale suffisso. Ad esempio, la posizione di marcia è chiamata “Ahp-Sôghi” (Ahp significa in avanti).
Alcune posizioni formali molto importanti sono:
- Baro-Sôghi: posizione di riposo
- Cha-Ryot Sôghi: posizione d’attenti
- Moa-Sôghi: posizione a piedi uniti
Esistono poi particolari posizioni, dette di meditazione, che consentono all’atleta di focalizzare l’energia. Una di esse è la Bo-Jumok Sôghi in cui il pugno viene coperto col il palmo della mano.
TECNICHE DI BASE
Qualsiasi cosa può diventare un piacere, se la si fa ripetutamente.
Tutte le tecniche del Tae Kwon Do sono comprese in una di queste tre categorie:
PARATE COLPI CALCI
Le parate
Le parate, nel Tae Kwon Do, consentono di proteggere quelle zone corporee facile bersaglio dell’avversario, lasciando all’allievo la libertà di scegliere l’area da coprire e favorendo la mobilità degli arti per sferrare l’attacco.
La mancanza di rigidi schemi, e l’affidare al praticante una vasta scelta di mosse, consente di potersi affidare al proprio istinto ed alle individuali capacità.
Nelle parate ha grande importanza la posizione delle mani che sono raccolte a pugno o schierate a coltello. Ogni parata non copre rigidamente un’area del corpo ma consente, nel suo percorso, di coprire più punti simultaneamente con gran flessibilità.
L’avambraccio fornisce un’importante area d’impatto nella sua zona esterna e lungo i bordi ulnare e radiale. Coadiuvato dall’ampio ed agile movimento della spalla, esso consente di coprire la zona del volto, della testa e la parte alta, media e bassa del torace.
Di grande importanza è anche la zona d’impatto che si viene a formare fra i polsi quando le braccia si trovano incrociate. Tale area permette di parare potenti colpi diretti alla testa, così come ai genitali. Il polso fornisce comunque importante zona d’impatto anche nella parte laterale interna o esterna.
Infine le mani, nella posizione a coltello, permettono di fermare un colpo diretto verso la parte centrale del corpo, nella zona che va dagli addominali al plesso solare, parandolo con il bordo esterno o il palmo.
Solo con grand’esercizio, costanza e determinazione si potranno apprendere in modo efficace le tecniche di parata, per proteggere in modo sicuro il proprio corpo e non danneggiare le zone esposte al colpo.
Il termine “parata” in coreano viene tradotto con “makki“. Tutte le tecniche, a parte qualche eccezione, che possiedono tale suffisso sono pertanto facilmente distinguibili come appartenenti a tale categoria. Esempi:
- Ahn-Makki: parata all’interno (anh=interno)
- Ahre-Makki: parata bassa (ahre=verso il basso)
- Backat-Makki: parata verso l’esterno (backat=esterno)
I colpi
Sebbene il Tae Kwon Do faccia ampio uso delle tecniche di calcio, esistono comunque colpi assestati tramite le mani.
In questa pratica è importante la posizione di polso, nocche e dita. Ciò eviterà danni alle articolazioni ed alle fragili ossa delle mani.
Esse hanno due fondamentali posizioni che consentono, se correttamente eseguite, potenza al giusto livello di sicurezza:
- Il pugno: è molto importante serrare bene le dita e premere fortemente con il pollice sulle falangi di indice e medio. Solo mantenendo saldamente tale posizione è possibile attaccare con forza ed evitare danni alle dita. E’ inoltre essenziale una corretta posizione del polso. Il pugno deve giacere sulla stessa linea dell’avambraccio, con il polso perfettamente dritto, per evitare di scaricare l’urto sull’articolazione piegata. La superficie d’impatto è la zona delle nocche, con maggiore incidenza fra quelle di indice e medio. Una variante è il pugno con nocca. In esso la nocca del dito medio sporge rispetto alle altre e costituisce la superficie d’impatto.
- La mano: con la mano aperta, si uniscono strettamente le dita dalla punta leggermente piegata verso il palmo. Quest’ultima caratteristica è importante per evitare che durante il colpo le dita flettano verso il dorso della mano esponendosi a facili fratture. La tendenza sarà, infatti, quella di portare le dita verso il polso. Il pollice si deve tenere lateralmente al palmo. La superficie d’impatto è condizionata dal tipo di mossa. Sarà il bordo esterno nella mano a coltello, quello interno nella mano a cresta e la punta delle dita tese nella posizione a lancia.
Durante ognuno di questi attacchi è sempre indispensabile un’idonea posizione di partenza. Solo essa è in grado di caricare ottimamente il colpo perché sia assestato con la massima potenza. L’agilità di braccia e spalle, coadiuvate da una corretta respirazione e movimenti naturali, contribuisce in modo decisivo alla buona riuscita della tecnica.
Tutte le tecniche di colpo che non sono calciate nel TaeKwonDo vengono chiamati “Cighi“. Per questo ogni terminologia che comprende tale suffisso appartiene a tale gruppo di tecniche di base.
Esempi:
- Ahn-Cighi: colpire dall’esterno verso l’interno (ahn=interno)
- Ahp-Cighi: colpire frontalmente (ahp=davanti)
- Backat-Cighi: colpire verso l’esterno (backat=esterno)
I calci
I calci costituiscono la caratterizzazione prima del Tae Kwon Do, dove se ne fa grande uso.
Questo è un punto di forza estremamente importante se ci si sofferma a riflettere sulla distanza e l’altezza che riesce a coprire una gamba tesa, rispetto ad un braccio. E’ altresì da calcolare la potenza che è in grado di sprigionare, pur tenendo l’avversario ad una più sensibile distanza.
La dinamicità delle tecniche permette inoltre il rapido richiamo dell’arto, evitando di lasciarlo esposto alla mira avversaria e favorendo la posizione più idonea di parata all’eventuale risposta. Permette inoltre di poter colpire ripetutamente, come una frusta, consentendo allo stesso tempo la possibilità di coprire le zone del corpo esposte o proseguire nell’attacco.
Come in tutte le pratiche del Tae Kwon Do, anche nelle tecniche di calcio è di fondamentale importanza la posizione del corpo e quella del piede che percuote.
Le dita del piede devono essere ben tese ed unite fra loro, tirate verso il dorso. Le zone d’impatto variano secondo la tecnica usata e possono essere:
- La pianta del piede: arco plantare, tallone, zona sotto le dita
- Il dorso del piede: zona montante
- Il bordo del piede: posizione di piede a coltello
Le tecniche di calcio sono chiamate “Cha-Ghi“. Alcuni di essi sono molto famosi. Citiamo:
- Ahp Cha-Ghi: calcio frontale
- Ahp Cha Olligi: calcio frontale rimontante
- Bituro Cha-Ghi: calcio rovesciato
POOMSE
L'arte non esprime mai altro che se stessa
La più immediata traduzione del termine coreano “poomse” è forme. Esse sono una serie di tecniche di attacco e difesa praticate contro un avversario immaginario ed unite fra loro in un connubio di arte e coordinazione.
La pratica delle poomse consente all’atleta di migliorare la tecnica, acquisire equilibrio, trovare il proprio ritmo interiore e focalizzare energia e potenza.
La “focalizzazione dell’energia” è una base portante, forse più di ogni altra, nella pratica del Tae Kwon Do. Essa consente di concentrare tutta la propria forza in un unico punto, imprigionarla e quindi darle libero sfogo per colpire.
Questo significa raggiungere un grande equilibrio psico-fisico che, partendo dal giusto rilassamento interiore, invade il corpo preparandolo a concentrare e sprigionare la propria forza.
E’ inutile dire che tutto ciò è raggiungibile unicamente con l’esperienza, la costanza e grande allenamento, sotto la guida di un esperto maestro.
Le poomse sono otto e segnano il passaggio da una cintura alla superiore, partendo dalla prima per la cintura bianca, fino alla nera. Dopo tale grado vi è un’altra serie di cinque poomse, riservate ai maestri.
I movimenti non avvengono in modo casuale, così come non è affidato al caso il significato intrinseco si ognuna si esse. E’ questo aspetto che analizzeremo, essendo la pratica delle forme conoscenza che viene trasmessa dal maestro agli allievi in prima persona.
Lo schema da seguire durante le poomse viene chiamato trigramma. Esso è una combinazione di 3 + 3 righe che possono essere continue o spezzate. I trigrammi sono otto, come le poomse, ed ognuno di essi rappresenta un elemento.
Le linee chiuse simboleggiano lo yang, le linee spezzate lo yin.
Il cielo rappresenta lo yang, la terra lo yin.
Esprimere in brevi parole il significato di Yin e Yang non è semplice, quindi mi limiterò a citare un frammento del libro ” Medicina Cinese: La Radice e i Fiori” di Giulia Boschi, traduzione del Neijing Suwen. In principio al capitolo 7 leggiamo:
“Yin e Yang sono il Dao (legge, princìpi ordinanti) di cielo e terra, il modello spaziale e temporale di tutte le creature, padre e madre di ogni mutamento e trasformazione; la radice e l’origine di nascita e morte, il deposito della luce dello Spirito. Perciò lo Yang accumulato è cielo e lo Yin accumulato è terra, lo Yin è quieto, lo Yang impetuoso, lo Yang fa nascere e lo Yin fa crescere, lo Yang fa perire e lo Yin conserva. Lo Yang trasforma il Qi, lo Yin porta a compimento la forma.”
L’unione della componente yang con la yin è chiamata “T’ae-Geuk“. Da questo termine deriva il nome delle poomse: TAE GEUK.
Dall’unione degli otto trigrammi componenti tutte le poomse nasce invece il termine “Pal-Gwe“. Le Pal-Gwe sono una serie di antiche poomse con chiara influenza cinese, che vennero ufficialmente abbandonate in favore delle Tae Geuk.
E’ di esse che cercheremo di darvi il significato più recondito. A questo è necessario pensare quando si esegue la forma. Ed dalle caratteristiche dell’elemento associato che dipende la tecnica.
Poomse Tae GeuK
TAE GEUK EL-JONG
Prima forma: Aria
“E’ qui il principio di ogni cosa. E com’è maestoso l’inizio se ha con se la grandezza del cielo, il sapore dell’aria…”
TAE GEUK E-JONG
Seconda forma: Lago
“E nel profondo egli trovò tesori nascosti. Non esistono limiti invalicabili, nemmeno quelli che noi ci creiamo lo sono.”
TAE GEUK SAM-JONG
Terza forma: Fuoco
“Senza la sua energia non vi è vita. Ma rammenta sempre le conseguenze che può avere se non controllato.”
TAE GEUK SA-JONG
Quarta forma: Tuono
“La sua forza scaturisce dal cielo. La sua potenza esplode sulla terra.”
TAE GEUK O-JONG
Quinta forma: Vento
“Forza gentile, impeto furioso. L’uno e l’altro insieme. Dolcezza e distruzione.”
TAE GEUK YOOK-JONG
Sesta forma: Acqua
“La calma del lago, l’impetuosità del fiume. Sempre lei, in un crescendo, calando.”
TAE GEUK CHIL-JONG
Settima forma: Monte
“Il monte, la sua maestosità. A prescindere dalle sue dimensioni, la maestosità”.
TAE GEUK PUL-JONG
Ottava forma: Terra
“La fine dell’inizio. Qui si chiude il cerchio. E tutto ha nuovamente inizio”.
Poomse delle cinture nere
KORYO
“Koryo è il nome dell’antica dinastia coreana che sconfisse i mongoli, aggressori delle loro terre. Lo spirito guerriero si riflette in questa forma che ne rappresenta la forza, il coraggio e l’energia.”
KEUMGANG
“I movimenti di questa forma sono magnifici e possenti come il monte Keumgang-San, duri ma fragili come il Keumgang-Seok: il diamante.”
TAEBAEK
“I movimenti di questa forma sono precisi e veloci. Rappresentano la determinazione e la forza del leggendario Dangoon, che fondò il Taebaek ai piedi del Baekdoo, il monte più maestoso di tutta la Corea.”
PYONGWON
“Il termine Pyongwon rappresenta la grandezza e la maestosità con la quale dev’essere eseguita questa forma.”
SIPJIN
“Questa è la poomse dell’ordine nel caos, della stabilità, della certezza di ciò che si è imparato e acquisito.”
Nota: le poomse delle cinture nere sono in totale 9. Tale sezione verrà presto aggiornata con le 4 rimanenti: Jitae; Cheonkwon; Hansoo; Ilyo.
Per qualsiasi ulteriore informazione, non esitate a scriverci, saremo felicissimi di rispondervi!
TECNICHE DI ATTACCO E DIFESA
In ogni singolo momento della vita si è ciò che si deve diventare non meno di ciò che si è stati.
Le tecniche di attacco e difesa consistono di tre categorie. Divise a seconda dei gradi, esse si articolano in:
SAMBODERION IBODERION ILBODERION
Samboderion
Attacco e difesa da tre pugni, composto da 8 tecniche.
Viene praticato fin dalla cintura gialla, ma il suo perfezionamento procede fino alla cintura verde, dove la sua esecuzione deve essere perfetta.
Iboderion
Attacco e difesa da un pugno e calcio, composto anch’esso da 8 tecniche.
Viene praticato a partire dalla cintura verde e perfezionato con i successivi passaggi di grado fino alla cintura rossa, dove dovrà essere perfettamente eseguito.
Ilboderion
Attacco e difesa da un pugno singolo.
Viene praticato una volta guadagnata la cintura rossa e non ha un numero preciso di tecniche.
Inizialmente vengono apprese le 9-10 di base, ma sarà il singolo allievo ad arricchire l’Ilboderion con tecniche personali, spesso nate dal proprio estro, dall’esperienza acquisita e dalla maturità indispensabile per portare a compimento il cammino che lo condurrà a divenire cintura nera, un nuovo inizio della vita dell’atleta rispetto all’arte marziale. Per questo è possibile affermare che il numero di tecniche dell’Ilboderion è illimitato.
Questo argomento, molto importante, verrà prossimamente approfondito in questa pagina.
TECNICHE DI ROTTURA
Il mondo è diviso in due classi: coloro che credono all'incredibile e coloro che fanno cose incredibili.
Le tecniche di rottura rappresentano da sempre la parte “spettacolare” del Tae Kwon Do, infatti durante le manifestazioni e le dimostrazioni vi si dedica molto spazio. In realtà, saper applicare la tecnica appresa alla rottura è di grande importanza per l’atleta, poichè significa aver appreso correttamente il significato della tecnica e il suo giusto fine.
Normalmente si utilizzano tavole di abete di 30×30 cm dello spessore di 1,8-2.0 cm, ma durante le manifestazioni, specialmente per eseguire rotture spettacolari anche doppie o triple in sequenza, si possono utilizzare tavolette più sottili, che richiedono molta meno potenza ma comunque precisione. L’allenamento per le tecniche di rottura inizia dal 2-1 KUP, in preparazione all’esame per il 1 DAN.